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Buttiglieddu licatese

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Era scomparso dalle tavole, il “Buttiglieddu licatese” è tornato e diventa presidio Slow Food

Il “Buttiglieddu licatese”, pomodoro che un tempo veniva coltivato in maniera intensiva e che, dopo essere “scomparso”, solo da alcuni anni è tornato sulle tavole, è diventato presidio Slow Food.

A sostenere il progetto di recupero del pomodorino è stata l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pino Galanti, che ha dato il via libera, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al riconoscimento del contrassegno di presidio per il “Buttiglieddru” da parte di Slow Food.

“Siamo soddisfatti – commenta il sindaco – per il raggiungimento di questo importantissimo traguardo, che è il risultato dell’incessante lavoro svolto dai nostri produttori agricoli. Ciò ha  permesso di affermare con forza i valori fondamentali della tutela della biodiversità e dei saperi produttivi tradizionali del nostro territorio, stimolando l’adozione di pratiche produttive sempre più sostenibili”.

“A questo seguirà – secondo Violetta Callea, assessore all’Agricoltura – la firma di un protocollo di intesa  per collaborare in sinergia con  Slow Food nell’or­ganizzazione di iniziative di promozi­one e valorizzazione delle nostre tradizioni culinarie e per l’incent­ivazione e lo svilup­po sostenibile dell’­economia agro-alimen­tare del territorio”.

“Quella ottenuta oggi – aggiunge Giuseppe Ripellino, assessore alle Attività Produttive – è una grande soddisfazione per tutto il nostro territorio, un prestigioso passo in avanti che permetterà di promuovere maggiormente l’immagine turistico-culturale ed enogastronomica della nostra città”.

Per il consigliere comunale Vincenzo Graci “questo riconoscimento sarà senza dubbio un  punto di riferimento per molti piccoli produttori e per molte comunità del cibo di tutta Italia e non solo”.

“Il “Buttiglieddru” l’ho utilizzato in tanti modi – è il commento dello chef  Giuseppe Bonsignore – dall’insalata, alla salsa e anche sott’olio. Ha una grande versatilità e si sposa bene sia con la carne che con il pesce ed è eccezionale sulla “fauzza”, la tradizionale pizza licatese.  Attraverso il presidio Slow Food farò in  modo di farlo conoscere a livello nazionale, grazie ai miei colleghi chef”.

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