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Acqua del rubinetto

Cronaca

Gestione dell’acqua, il coordinamento Titano: “Serve l’azienda speciale consortile”

“Nessun frainteso. Rivendichiamo come abbiamo sempre fatto la scelta dell’azienda speciale consortile quale migliore cornice giuridica per dare all’ambito di Agrigento un servizio idrico pubblico, economico, trasparente nelle procedure, partecipativo nel rapporto con i cittadini e rispettoso degli standard ambientali imposti dalla legge.

Cracco e Favino

Lo scrive, in una nota, il coordinamento Titano.

“Rammentiamo come il giorno prima dell’assemblea ATI che avrebbe votato all’unanimità la forma giuridica consortile, anche tra coloro che più si erano spesi nei mesi precedenti, serpeggiava una sostanziale sfiducia che si potesse ottenere il risultato che poi si ottenne, con nostra grande soddisfazione. Ciò avvenne – si legge ancora nel documento – chiaramente per l’azione di stimolo che un parte di cittadini attivi e informati promosse nei confronti dei Sindaci e del direttivo ATI, altrimenti orientato verso tutt’altri convincimenti. Purtroppo da allora, tutti gli adempimenti di legge che l’Assemblea e i Sindaci avrebbero dovuto mettere in campo per concludere il percorso costituente del nuovo gestore pubblico, sono rimasti incompiuti, tanto che è dovuto intervenire il livello regionale in extremis inviando una Commissaria per ovviare ai pericolosi ritardi accumulati da un’ATI incapace di fare sintesi tra le diverse anime che agitano l’assemblea.

“Se da un lato – conclude Titano – ci sono otto comuni che, dal loro legittimo punto di vista, pensano che mantenere la gestione autonoma faccia gli interessi dei propri cittadini (secondo noi a torto), dall’altro ci sono trentacinque comuni che, salvo casi isolati, incredibilmente, non si esprimono. A questi Sindaci sta o no a cuore l’interesse dei propri cittadini? Questi Sindaci sanno o no che se non si mettono davvero in comune le risorse idriche dell’ambito (cioè di tutti), se non si arrivasse alla corretta definizione del piano d’ambito corredato di piano economico finanziario comprensivo di tutti e 43 i comuni non si potrebbe avviare la tanto agognata azienda consortile, perdendo così trecento milioni di finanziamenti ministeriali? Questi Sindaci sono consapevoli delle disastrose conseguenze che si avrebbero se questo dovesse avvenire? Questi Sindaci sono a conoscenza del principio del full recovery cost che impone di dover finanziare l’intero SII con le sole risorse derivanti dalle bollette pagate dai cittadini e del fatto che senza i suddetti finanziamenti, in virtù di questo principio, le bollette schizzerebbero alle stelle?”.

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