Attualità
Il crollo del viadotto Petrulla, Cesare Lo Leggio: “Soffriamo da tre anni, ma nessuno si indigna”
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Scritto da
Angelo Augusto
“Sono passati quasi tre anni da quella tragedia sfiorata e chissà quanti ancora ne passeranno. Da quasi subito ci siamo rassegnati a fare percorsi alternativi che sono, ad esser buoni, percorsi da Safari, da Travel Adventur adatti ai Camel Trophy. Tranne i primi tempi dove ci si indignava, poi… tutti tranquilli, tutti chiusi nei nostri problemi, come se questi non fossero nostri problemi, che incidono nella vita di tutti i giorni e nell’economia dei nostri paesi già disastrati”.
A scriverlo, pubblicando un post su Facebook, è Cesare Lo Leggio, cantautore campobellese che (al pari di tanti suoi concittadini, di licatesi, ravanusani e canicattinesi) vive sulla propria pelle la “tragedia” del crollo del viadotto Petrulla, avvenuta il 7 luglio del 2014, che costringe chi vive nell’entroterra agrigentino a fare i salti mortali per raggiungere Licata e viceversa.
“Nessuno che protesta. Si ogni tanto qualcuno alza un po’ la voce – aggiunge l’artista campobellese – ma si quieta subito. Dobbiamo saperlo: questo succede solo da noi, solo in Sicilia, solo nel sud. Nessuno che cerca i responsabili, tutto normale. Tutto a posto. Nessuno che si vergogni, no anzi: se è quando si riuscirà a riaprirla, taglio di nastri, complimenti e sorrisi e foto di rito. Rendiamocene conto: è colpa nostra, di tutti noi, nessuno escluso”.