Politica
Giudice di pace chiuso, i 5 Stelle: “Si tratta di una mortificazione per la città”
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Scritto da
Angelo Augusto
“La chiusura del Giudice di Pace è una mortificazione per la città, in quanto viene obliterato un presidio di legalità di cui Licata non può fare a meno”.
Lo scrivono, in una nota, i consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle Melania D’Orsi e Vincenzo Carità.
“È una mortificazione – aggiungono – per i cittadini a cui viene reso pressoché impossibile (per l’antieconomicità) tutelare i propri diritti la cui competenza è del Giudice di pace. È una mortificazione per la categoria degli avvocati che non sono stati sentiti, anzi snobbati. Che la motivazione sia di natura economica è un pretesto ridicolo, così come falso che la chiusura non arrecherà disagi all’utenza. Oltre alla beffa ci sarà anche il danno: personale comunale (che è stato formato e su cui si è investito in termini di professionalità e competenza) va pagato ugualmente; l’ edificio è del Comune e non viene pagato alcun affitto (anzi le precedenti amministrazioni hanno speso dei soldi per adeguare il locale alla funzione di Ufficio del giudice di pace); il Giudice non viene pagato dal Comune”.
“Se le spese sono relative alle bollette della luce e del telefono, si presume che qualche decina di euro al mese si possano recuperare dalle casse comunali. Dopo la chiusura – concludono i consiglieri comunali pentastellati – degli asili nido, ora anche la chiusura del Giudice di Pace. Quale sarà la prossima chiusura? Noi possiamo ammettere che il sindaco non comprenda l’importanza del Giudice di Pace, ma il vice sindaco, nonché avvocato, si è confrontato con i suoi colleghi prima di avallare una scelta così scellerata?”.
Sulla questione è intervenuto anche Francesco Carità, legale, ex amministratore del Comune.
“La chiusura del giudice di pace – scrive – è una grave involuzione per Licata. Non è assolutamente vero che la scelta politica dell’amministrazione Galanti di chiudere un presidio di legalità non arrecherà gravi disservizi. Assistiamo ad un continuo degrado sociale e culturale: alla chiusura degli asili nido comunali, del giudice di pace ( che diventerebbe “ex lege” nel prossimo futuro un tribunale di prossimità ). È evidente che le conseguenze, anche economiche, ricadranno sui cittadini. Ho segnalato la questione al rappresentante del consiglio dell’ordine, l’avvocato Stefania La Rocca, che porterà all’attenzione dell’intero consiglio degli avvocati questa spiacevole vicenda”.