Politica
Randagismo, Pullara chiede a Musumeci un’indagine sui servizi affidati dai Comuni
-
Scritto da
Angelo Augusto
“Si avvii un ‘attività di indagine per evidenziare le difformità riscontrate nell’affidamento del servizio di custodia e mantenimento dei cani randagi da parte dei Comuni nel territorio regionale”.
E’ l’oggetto di un’interrogazione che Carmelo Pullara, capogruppo di Popolari e Autonomisti all’Ars, ha presentato al presidente della Regione ed all’assessore regionale per la Salute.
“La gestione dei cani randagi – scrive Pullara – è un tema di rilevanza sociale cui i Comuni fanno fronte per il tramite di convenzioni apposite stipulate con associazioni o ditte private che offrono svariati servizi inerenti la loro custodia, cura e mantenimento. Nel corso del dibattito durante la stesura del disegno di legge che regolamenterà la problematica del randagismo in Sicilia, sono emerse molteplici criticità rispetto all’affidamento dei servizi, alla luce soprattutto delle difficoltà di tanti Comuni che non dispongono di un canile municipale”.
“Per fare fronte alla gestione del fenomeno del randagismo la stragrande maggioranza dei Comuni – aggiunge il deputato regionale – affida il servizio a ditte private, dando luogo alle più diversificate forme di convenzione, prive di criteri comuni che possano assicurare uniformità di costi e adempimenti, generando di fatto una “giungla” negli affidamenti, tutti diversi tra loro. A seguito di una richiesta di accesso agli atti inviata dal sottoscritto il 24 aprile scorso ai sindaci dei Comuni dell’Agrigentino, solo una decina di amministrazioni hanno risposto, documentando parzialmente le spese sostenute per la cattura, custodia, cura e mantenimento dei cani randagi dimoranti nel territorio di loro competenza. Le difformità – sottolinea Pullara – si riscontrano soprattutto nella previsione in bilancio delle somme necessarie a far fronte alla gestione dei randagi, che oscillano dalle centomila euro annue dichiarate sommariamente dal Comune di Aragona, alle duemila euro dichiarate dal Comune di Grotte, quali spese sostenute nell’anno 2019. In particolare si rileva che molte spese preventivate per fare fronte alle convenzioni stipulate con i privati, successivamente vengono reintegrate con somme aggiuntive destinate al saldo di voci inizialmente non contemplate nelle predette convenzioni ma indispensabili allo svolgimento di un servizio efficiente”.
“Per citare un altro caso esaminato tra gli atti che mi sono pervenuti -continua Pullara – si distingue la metodologia applicata dal Comune di Licata che stipulando convenzioni con due ditte diverse sovrapponendo i servizi e determinando un fabbisogno, a distanza di anni, con successiva determinazione dirigenziale, ritorna sulle somme impegnate dichiarandone l’insufficienza e deliberando di assolvere al debito accumulato negli anni precedenti attraverso un nuovo appostamento cui si farà fronte con un capitolo destinato a spese per debiti fuori bilancio. Il Comune di Licata ha deliberato a giugno 2020 debiti fuori bilancio per circa tredicimila euro per fare fronte al credito vantato da un’associazione che ha gestito il servizio per tre mesi nel 2018 e un mese nel 2019. Questi importi si aggiungono ai costi già sostenuti negli anni predetti. Ho ritenuto opportuno presentare un’interrogazione scritta con la quale chiedo al Presidente della regione e all’assessore regionale alla salute di conoscere quali iniziative urgenti intendano assumere per regolamentare in maniera uniforme il servizio di cura, mantenimento e ricovero dei randagi nel territorio siciliano e se non ritengano di dover avviare un’attività di indagine specifica per evidenziare quali e quante difformità nella stipula delle convenzioni con i privati sono oggi in essere”.
“Ho chiesto altresì – conclude Pullara – di predisporre un modello univoco di convenzione a cui i Comuni e le ditte autorizzate, iscritte in appositi elenchi che ne certifichino la capacità e la disponibilità delle strutture di ricovero, debbano attenersi, diversificandosi nei costi solo per il numero di randagi a cui prestare cure e ricovero e non diversificandone i costi da Comune a Comune. Inoltre se non ritengano sia il caso di trasmettere gli atti alle autorità competenti. Considerata l’estrema attualità della tematica, ho chiesto che l’argomento dell’atto ispettivo venga trattato presso la commissione speciale d’inchiesta sul fenomeno del randagismo in Sicilia, le cui finalità sono quelle di tutela dei diritti degli animali e della pubblica incolumità, con il compito di studio e di indagine in materia di randagismo in Sicilia”.