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Cronaca

“Coltivava 4 mini piantagioni di marijuana in un canneto”, la polizia arresta un pastore

Erano coltivate tra le canne, secondo l’accusa, le 2.118 piante di Cannabis Nana Autofiorente (da cui si ricava la marijuana) che la polizia di Licata, diretta dal commissario capo Sonia Zicari, ha sequestrato lunedì scorso in contrada Spadafora, in territorio di Campobello di Licata.

I dettagli del blitz, che ha portato al sequestro di complessivi 86 chilogrammi di sostanza stupefacente, sono stati resi noti stamattina dalla Questura di Agrigento.

Il proprietario del fondo in questione, A.P., pastore campobellese di 37 anni, è stato arrestato e posto ai domiciliari. Per lui l’accusa è di coltivazione di sostanza stupefacente del tipo Cannabis Nana Autofiorente.

“Nel corso di specifico e preordinato servizio di polizia giudiziaria, mirato alla prevenzione e repressione di reati in materia di stupefacenti, avendo fondato motivo di ritenere che A.P. coltivasse illegalmente cannabis su un terreno, di vaste dimensioni, nella sua disponibilità, ove insiste un ovile di proprietà e gestito dall’odierno indagato, personale della Sezione Anticrimine, del commissariato di polizia di Licata – scrive la Questura – ivi si recava al fine di verificarne l’assunto. Il sopralluogo investigativo, altamente difficoltoso attesa l’estensione del terreno, si rivelava proficuo in quanto sul posto, lungo un guado colmo di canneti, che si estendeva per circa un chilometro dall’ovile fino a valle, si rinvenivano 4 mini piantagioni, distanti l’una dall’altra qualche chilometro, dotate di approvvigionamento idrico, occultate tra i canneti”.

“Unitamente all’arrestato, gli agenti del commissariato di polizia di Licata perlustravano – aggiunge la Questura – l’intero guado rinvenendo nelle 4 piantagioni un totale di 2118 piantine, sottoposte a sequestro, per un peso complessivo di 86 chilogrammi. Stante la gravità del reato accertato, desunto dall’ingente quantitativo e dalla qualità della sostanza stupefacente rinvenuta e sequestrata, si procedeva all’arresto del titolare del fondo. Come disposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, Cecilia Baravelli, il pastore veniva tratto in arrestato in flagranza di reato e sottoposto agli arresti domiciliari”.

(Foto Questura di Agrigento)

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