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Angelo Vincenti

Politica

Giubileo di Sant’Angelo, Angelo Vincenti: “E’ l’ennesima occasione perduta per la nostra città”

“Avrebbe dovuto essere, anche un gran riscatto sociale ed economico, l’evento che avrebbe alimentato la fiamma di devozione e amore verso il nostro santo protettore Sant’Angelo e messo in moto quel meccanismo che avrebbe portato probabilmente la città a cambiare marcia in tutti i suoi comparti economici e sociali, e invece cosa accade??….nulla!!”.

E’ così che inizia un intervento di Angelo Vincenti, ex vice sindaco di Licata, sul Giubileo di Sant’Angelo. 

“L’ennesima grande occasione perduta per una città che continua a rimanere – scrive Vincenti – ai margini del mondo e che affiora alla ribalta internazionale solo, quando si parla di scandali, arresti e demolizioni. Già a metà febbraio era chiaro che la diffusione del corona virus avrebbe condizionato la nostra vita, cambiato totalmente le nostre abitudini e non solo. Chiesi pubblicamente di valutare un possibile rinvio delle celebrazioni dell’ottocentenario e per tutta risposta, tre giorni dopo fu aperta l’urna del santo”.

“Per chi come me è stato sempre devoto e appassionato della storia di Sant’Angelo e alle tradizioni a lui legate, la ricognizione canonica – aggiunge Vincenti – doveva rappresentare uno straordinario momento di fede da vivere con attesa e passione. Un evento, che se ben strutturato, avrebbe permesso al mondo di far conoscere veramente la vita di Sant’Angelo, la sua storia e il significato della sua presenza per noi

Licatesi. Il 26 febbraio all’interno del santuario di Sant’Angelo, sarebbe stata aperta l’urna alla presenza di un gruppo ristretto di persone, fatto gravissimo, l’assenza del sindaco o di un suo delegato in rappresentanza della città. Pare che il primo cittadino sia stato avvisato dell’evento, solo qualche istante prima che le reliquie uscissero dalla chiesa per essere trasferite ad Agrigento. Questo, ma non solo questo, dimostra un totale scollamento tra la chiesa e l’amministrazione che avrebbero dovuto invece lavorare in sinergia, ognuno con le proprie competenze, sui programmi e sull’organizzazione di tutti gli eventi”.  

“La verità è che la città non è pronta ad affrontare un evento di tale portata, poiché nulla è stato fatto se non un incontro organizzato dal sindaco con gli stati generali del turismo scaturito – scrive ancora Angelo Vincenti -dopo un mio incontro con il sindaco cui esternavo le mie preoccupazioni sui notevoli ritardi che avrebbero compromesso tutto e le mie perplessità a causa della diffusione del covid 19. In quell’occasione parlai anche dei miei programmi e delle mie idee quando ricoprivo il ruolo di assessore. Gli dissi che si sarebbero dovute organizzare le riunioni con le categorie interessate dal flusso di pellegrini, a iniziare dalle strutture ricettive ai ristoratori, che la cosa non avrebbe interessato solo il nostro territorio ma anche altri comuni e pertanto bisognava coordinarsi anche con altri sindaci. Avremmo dovuto chiedere un intervento straordinario al presidente della regione mirato a rendere più accogliente e ordinata la nostra città nella consapevolezza che un evento del genere diventava interesse regionale e non solo locale”. 

“Nel gennaio del 2019 – sono ancora le parole di Vincenti – durante un incontro all’interno del santuario, organizzato dalla postulatrice Giovanna Brizzi, dove erano presenti oltre al sottoscritto, il sindaco, il parroco, i rappresentanti dei carmelitani e del terzo ordine, si parlò di un coordinamento comune, ognuno nel proprio settore e senza che nessuno peccasse di protagonismo, per amore del santo e della città, realizzare un programma condiviso. Nel frattempo mi ero attivato e attraverso un’indagine di mercato per valutare costi e modalità d’intervento, contattavo la ditta che avrebbe dovuto provvedere al restauro dell’urna. Si trattava della ditta Mimarc il cui rappresentante legale Antonio Mignemi, un giorno arrivò su mia richiesta, direttamente dall’Aquila dove stava restaurando opere post terremoto, e dopo un lungo sopralluogo, mi inviò una straordinaria relazione di ben 21 pagine dove spiegava le tecniche che avrebbe usato e i costi”.

“Da quel giorno – conclude Angelo Vincenti – solo un convegno, molto bello e interessante ma passato anche questo in sordina, senza la giusta rilevanza mediatica, organizzato non in una struttura comunale com’era logico pensare, ma nei locali di una banca. Oggi cosa abbiamo?? ..nulla….nemmeno il santo e con l’incognita oggi più che mai reale, che dei tanti eventi che avrebbero dovuto cambiare le sorti della città (se organizzati) nulla sarà fatto a causa di questa pandemia che ha condizionato il mondo intero e che non permetterà ai tanti pellegrini di arrivare nella nostra terra. So perfettamente che i miei interventi irriteranno qualcuno e questo mi dispiace, ma provo un gran dispiacere pensando che un evento unico e irripetibile per i prossimi ottocento anni, passi così senza lasciare un segno forte di fede e di speranza”.   

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