Scuole
Legalità, nell’aula del Carmine il confronto tra studenti del “Pirandello” e forze dell’ordine
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Scritto da
Angelo Augusto
E’ stata una mattinata intensa. Emozioni, storia e ricordo. Concluso il progetto “Educazione alla Legalità” a cura dell’Istituto tecnico paritario, “Luigi Pirandello”. Cerimoniale di livello all’aula capitolare del Convento del Carmine. Presenti le alte cariche militari e civili della città. Il Luogotenente della Compagnia Carabinieri, Paolo Calatozzo, l’Ispettore Capo del Commissariato di P.S., Gianbattista Vella, l’assessore alla Polizia Locale, Giuseppe Ripellino, il consigliere comunale, Giuseppe Peruga. Si chiude per la scuola, un trimestre di attività con gli alunni impegnati sul campo per maturare un’esperienza che vada oltre la normale didattica, che “entri” nel cuore di concetti cardine di una attualità siciliana rispetto cui, il livello di guardia e attenzione, non può essere mai abbassato. I protagonisti sono loro: gli alunni. Con le loro facce piene di stupore e voglia, leggerezza e conoscenza. La conoscenza che resterà. Quella che non trovi sui libri ma impari per la strada, la via dell’esperienza diretta verso accadimenti che non hanno fatto la storia ma sono la storia. Quella autentica. Vacante di falsi miti ed eroine da bancarella. Piena di personaggi necessari come il latte per un neonato: Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Un video prodotto dagli alunni incardina l’evento sulle condizioni portanti. Proiettati frammenti delle stragi di Capaci e Via D’amelio. Padre Pino Puglisi che “entra in classe” per tenere una lezione su chi “rompe le scatole”, inteso come senso di ribellione ad un sistema contorto e corrotto. La negazione di un progetto criminoso per intraprendere il cammino della legalità. Interpretazione con annessa visione di istantanee colte da servizi televisivi del tempo. Brividi, tanti brividi. La Sicilia è questa. Numerose le domande degli stessi alunni che, cronisti per una mattinata, hanno “interrogato” gli esponenti delle forse dell’ordine su alcune prerogative pratiche della loro attività investigativa e di repressione sul campo. A Licata esiste la mafia? Questa una delle domande. La risposta è si e serve combatterla con continuità. La costanza di intervento, è di primaria importanza. Serve non smettere. Fare e rifare, nonostante le difficoltà. Si puntualizza circa la mancanza, talvolta, di uomini e mezzi per chi, come Polizia e Carabinieri, tutti i giorni opera a difesa di un territorio non facilissimo. Interessanti e ricchi di spunti gli interventi del Luogotenente Calatozzo e dell’Ispettore Capo Vella i quali si dicono entusiasti dell’iniziativa. Che una scuola dia luce a temi così caldi, non avviene con frequenza. Proprio per questo assume un valore maggiore. Fondamentale l’apporto dei docenti referenti. Le insegnanti di lettere, Manuela Iapichino e Claudia Di Franco, il professor Rosario Milo di Diritto Ed Economia. Il Preside, Francesco Pontillo si congratula con la sua scuola: “Esprimo vivo compiacimento, sono felice dei miei ragazzi, siamo una famiglia che vuole crescere con valori sani e importanti come la legalità intesa in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Grazie al corpo docente sempre attivo e scrupoloso, grazie alle famiglie che sono fondamentali. E grazie alle autorità civili e militari che con la loro presenza hanno impreziosito questa mattinata”.
Vincenzo Montana
(Foto Vincenzo Montana)