Storie
Un neonato di Licata abbandonato a Naro, dopo oltre due secoli il mistero rimane irrisolto
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Scritto da
Angelo Augusto
Si potrebbe scrivere un libro, che sicuramente appassionerebbe i lettori, con le “storie di carta” che periodicamente vengono scoperte al Fondo Librario Antico di Licata.
Questa sera, sulla pagina Facebook del Fondo, di storie ne sono state raccontate diverse. Provengono dai numerosissimi volumi presenti nei locali dell’ex convento di San Francesco e varcano i confini di Licata.
Una è, però, molto vicina alla nostra città. E’ datata 17 ottobre 1833, quindi quasi due secoli fa, e riguarda un neonato abbandonato a Naro, davanti al convento di San Domenico. Bene, secondo il giudice regio del circondario di Naro, quel piccolo in fasce potrebbe essere nato a Licata, perciò il giudice scrive al sindaco di quest’ultima città.
“…La sera del 14 andante – si legge nella missiva – circa le ore due e mezza sotto questo Convento di San Domenico fu rinvenuto esposto un bambino da(sic) recente nato avvolto in fascie(sic). Vi è luogo a sospettare che fosse nato in cotesta(sic) Comune (Licata) e qui clandestinamente portato…”, “…vi prego di indagare sulle donne…ch’eran pregne onde rispondere del loro parto e laddove si presentano dè sospetti di redigere gli atti convenevoli e di inviarmeli pel di più di giustizia…”.
L’altra storia riguarda la vicina Palma di Montechiaro. Un’imbarcazione turca sequestra dei marinai di Termini Imerese impegnati in una battuta di pesca a Palma di Montechiaro. In questo caso la data è il 10 luglio 1802.
“Segnalazione di imminente pericolo inviato dalla città di Palma di Montechiaro alla città di Licata…. “…Questa mattina alla tarda sono arrivati a terra nuotando Giuseppe Mascari e Giovanni Ceresi padroni di due barche pescereccie(sic) di Termini(Imerese) rapportandoci che verso il far del giorno si viddero(sic) sorpresi all’improvviso da una lancia turca…”
“…nell’atto che erano alla pesca delle sarde in questo mare, se le avventarono e predarono le due barche pescereccie(sic) di detti due P.ni (Padroni) con dieci uomini, sendo (essendo) soltanto scampati dalla schiavitù li detti due Padroni che furono solleciti buttarsi in mare e venirsene a nuoto in questo scaro (scalo)..”.
Ed infine un’altra storia, in questo caso molto più recente, che riguarda Licata: l’inaugurazione del collegamento, in autobus, della linea Licata – Palma di Montechiaro a cura della ditta di trasporti pubblici automobilistici Amedeo Gibilaro & C. di Agrigento. Siamo al primo ottobre del 1929.
“Il titolare della ditta di trasporti – si legge nel post del Fondo Librario Antico – Amedeo Gibilaro, scrive al Marchese Cannarella, (Podestà di Licata)… “…Per come avrà modo di rilevare dagli orari che mi permetto accluderle, entro il 20 di questo mese è mia idea inaugurare il servizio automobilistico fra Licata e Agrigento. Nella prossima settimana con lo stesso autobus che farà il servizio conto venire a Licata per un pò di propaganda…”.