Attualità
“Trivelle, violati i diritti dei cittadini”, il Sib presenta esposto all’Ue contro lo Stato italiano
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Scritto da
Angelo Augusto
Il Sib di Agrigento, Sindacato italiano balneari, ed il Comitato balneari di Licata, hanno presentato alla Commissione Europea una denuncia “per infrazione dello Stato Italiano ai trattati EU”.
La denuncia riguarda il via libera rilasciato all’Eni “per la trivellazione del pozzo di idrocarburi “Lince 1” nel mare di Licata.
Lo ha annunciato Angelo Biondi, presidente provinciale del Sib, all’indomani dell’assemblea cittadina (convocata dal comitato No Triv) durante la quale è stato deciso che la città scenderà in piazza contro le trivelle il prossimo 12 gennaio.
“La denuncia è stata presentata – scrive Biondi – nello specifico per la mancata applicazione dell’articolo 6 comma 4 della direttiva europea 2011/92 EU; in quanto, ai cittadini interessati non sono state offerte tempestive ed effettive opportunità di partecipazione alle procedure decisionali in materia ambientale, ai quali non è stato garantito il diritto di esprimere osservazioni e pareri alle autorità competenti quando tutte le opzioni sono aperte prima che venga adottata la decisione sulla domanda di autorizzazione. (estratto articolo 6 comma 4 della citata direttiva). La denuncia ha altresì evidenziato – aggiunge il Sib – che gli studi di impatto ambientale presentati dall’Eni, mancavano di tutta una serie di adempimenti indispensabili al rilascio della Via. E come l’indispensabile decreto di Valutazione Imbatto Ambientale sia stato rilasciato senza: che fossero stati valutati nella loro completezza gli effetti rilevanti del progetto proposto sull’ambiente; la dovuta descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e se possibile compensare rilevanti effetti negativi del progetto sull’ambiente; una descrizione delle componenti dell’ambiente potenzialmente soggette a un impatto importante del progetto proposto, con particolare riferimento alla popolazione, alla fauna e alla flora, al suolo, all’acqua, all’aria, ai fattori climatici, ai beni materiali, compreso il patrimonio architettonico e archeologico, al paesaggio e all’interazione tra questi vari fattori”.
Secondo Angelo Biondi “tali gravi e ripetute violazioni dei principi della direttiva europea, presenti nel sistema legislativo italiano, costituiscono grave nocumento all’ambiente, alla salute, al diritto di una popolazione ad essere adeguatamente informata sui progetti che insistono nel proprio territorio statuito nella convenzione di Aarhus e ai principi e valori universalmente accettati e statuiti nei trattati tra i paesi Stati membri della EU”.
(Nella foto un momento dell’assemblea No Triv di ieri, domenica 25 novembre 2018)