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Gettare i rifiuti per strada invece di usare i cassoni? Qui è un’abitudine vecchia di secoli

Abbandonare i rifiuti per strada, senza curarsi di usare gli appositi contenitori, non è, purtroppo, un’abitudine nuova a Licata. Nel corso dei secoli è accaduto altre volte che le amministrazioni comunali si sono viste costrette ad intervenire per sanzionare comportamenti errati che, non solo finivano per sporcare la città, ma in qualche caso creavano anche situazioni di pericolo.

Il Fondo Librario Antico, diretto da Angelo Mazzerbo, ieri sera ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook che “racconta” come la cattiva abitudine di disfarsi della spazzatura, senza osservare le regole, periodicamente si sia sempre ripetuta. Il Fondo Antico ha pubblicato carte del ‘500, del ‘600 e del ‘900.

“I documenti che vi mostriamo sono autentici e inediti – scrive il Fondo – e mostrano come a volte il cattivo conferimento dei rifiuti possa costituire un grave pericolo di morte per la popolazione”.

Ecco il primo, vergato a Palermo il 23 giugno del 1589.

“ll Vicerè, Diego Enriquez De Guzman Conte di Alba De Liste, ordina ai Giurati (Amministratori) e al Capitano D’armi e Guerra della Città di Licata che : “le mondizze et non li gettano a altri parte giu de lemura per loro comodita dove fanno scala a la muraglia, ma essendoci sospecto di corsari…” (In pratica – rileva il Fondo Antico – si proibisce il conferimento dei rifiuti fuori della muraglia nella zona della marina, (Porta Agnesa) per evitare che i corsari sfruttino il cumulo di immondizia per scavalcare la muraglia e mettere a ferro e fuoco la città”.

Quest’altro documento è del 2 dicembre 1628.

“I Giurati (Amministratori) Giovanni Paolo Casses, Cuntio Orsilago, Giovanni Antonio Montaguto, Paolo D’Avila autorizzano il Tesoriere Domenico Corso, al pagamento di tarì ventiquattro in favore di Paolo Ballo (Servente Comunale) “…per tanti che ha dato a sei “bastasi” (vastasi-uomini di fatica) per fare limpiare (pulire) la moraglia (muraglia) dello ponti et “sbaxiare” (sbasciare-abbassare) li mondizzara et buttare la mondizza a mare di ordine del capitano d’arme per giorni dui…”.

Ed infine un documento più recente, datato 3 novembre 1931.

“La Direzione Generale del Consorzio Obbligatorio per L’Industria Solfifera Siciliana, Agenzia di Licata scrive: “…Non ci stanchiamo di raccomandarvi di avvertire codesto Municipio perchè faccia un’attiva sorveglianza perchè gli abitanti del soprastante rione Quartiere non buttino immondizie e quel che è peggio cenere calda proveniente da paglia o legna bruciata…” (pericolo di Incendio)”.

Quando impareremo, nel nostro stesso interesse, a rispettare le regole?

 

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