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La vara di Sant'Angelo

Attualità

Dal martirio sono trascorsi 798 anni, ma noi siamo pronti a gridare ancora: “Viva Sant’Angelo”

Settecentonovantotto anni, tanti ne sono trascorsi da quel 1220 in cui Angelo, frate carmelitano nato a Gerusalemme, venne martirizzato mentre predicava nella piazza che ora porta il suo nome.

Bene, quasi 800 anni dopo, la devozione è intatta. Qui, a Licata, ma anche in tutto il mondo, nessuno dimentica la festa del patrono. Per la processione, che inizierà alle 20 di stasera quando la “vara” varcherà la porta d’ingresso del santuario, nelle piazze e nei corsi principali di Licata si riverseranno migliaia di persone, molte delle quali arrivano dai paesi del circondario, oltre ai turisti. E sarà festa almeno fino all’1 del mattino, quando i portatori scalzi che indossano l’abito da marinaio riporteranno in chiesa l’urna. Nel mezzo le numerose e suggestive “corse” del santo, e l’omaggio della folla in piazza Progresso.

Ma la festa è iniziata già stamattina, quando i quattro ceri di Sant’Angelo sono stati portati in piazza Elena e lì rimarranno fino a quando, stasera, non inizieranno a seguire la vara. Nel corso della mattinata da non perdere la tradizionale sfilata dei “muli parati”, un trionfo di colori, con la benedizione sul sagrato del santuario di Sant’Angelo.

Una festa meravigliosa che, almeno per un giorno, farà dimenticare i tanti e gravissimi problemi di una terra sempre più martoriata. 

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