Attualità
Portone bruciato, nello stabile abita anche Massimo Ingiaimo, ex segretario del Pd di Licata
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Scritto da
Angelo Augusto
Nello stabile di via Ugo La Malfa, dove qualcuno la notte scorsa qualcuno ha appiccato il fuoco al portone, tra gli altri abiti Massimo Ingiaimo, fino a pochi mesi fa segretario del Pd di Licata.
A renderlo noto è stato Peppe Zambito, segretario provinciale del Pd, diffondendo una nota di solidarietà.
“La scorsa notte – scrive Zambito – il portone dello stabile dove risiede, insieme ad altre famiglie, il segretario del PD di Licata, Massimo Ingiaimo, è stato incendiato. Un atto di sicura natura dolosa, a distanza di pochi giorni da altri fatti violenti con la distruzione di vetrine di negozi, un portone e un’autovettura dati alle fiamme. Licata, una città ferita, da anni con gestioni amministrative che per motivi diversi, non hanno dato stabilità, mortificando una comunità per la stragrande maggioranza per bene e desiderosa di uscire da una crisi decennale. E’ preoccupante che proprio mentre le forze politiche sono impegnate nella costruzione delle liste per le prossime amministrative, qualcuno mira a creare un clima di incertezza”.
“Una situazione preoccupante, che accanto all’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura, necessita di una chiara presa di posizione delle forze politiche – aggiunge Zambito – e una partecipazione attiva della società civile, per rigettare insieme ogni forma di intimidazione violenta e mafiosa. Licata merita una nuova stagione di sviluppo culturale ed economico. Licata non va lasciata da sola!”.
“Il Partito Democratico – conclude il segretario provinciale – esprime vicinanza a Massimo Ingiamo, e alla sua famiglia. Massimo è persona perbene, in questi anni difficili, protagonista di un grande sforzo politico in favore della comunità licatese, promuovendo sempre i valori di legalità. Insieme a lui, continueremo nel nostro impegno politico e civile in favore di una città ferita che, siamo sicuri, riuscirà ad isolare quanti continuano a seminare paura e a ritrovare la strada del riscatto sociale che merita”.