Seguici sui social
Una veduta panoramica di Licata

Storie

Cibo e feste a braccetto: nel 1600, per Pasqua, il Comune donava “crasti” a militari e monaci

Il cibo, quello buono, caratterizza da sempre le feste tradizionali della nostra città. A confermarlo ora arriva un documento, pubblicato ieri sera sulla pagina Facebook del Fondo Librario Antico, che testimonia come i prodotti enogastronomici fossero fondamentali anche nel lontanissimo diciassettesimo secolo.  

L’incartamento pubblicato è datato 24 aprile 1642, quindi risale a ben 376 anni fa. Bene, quasi quattro secoli fa era in uso, da parte del Comune, omaggiare per Pasqua il capitano d’arme (che guidava le truppe spagnole presenti a Licata) e tutti i conventi della città con agnelli, capponi, e capretti.

Ma ci sono anche altri due dettagli importanti nei documenti “scovati” tra le carte del Fondo Librario Antico: il primo è che i cibi acquistati per essere donati erano definiti in siciliano, di fatto la lingua succeduta al latino ed utilizzata anche per gli atti pubblici in quell’epoca. E poi che nel 1642 a Licata c’erano ben nove tra conventi e monasteri.

Ma ecco l’atto del Comune (allora Universitas) pubblicato dal Fondo.

“I Giurati (amministratori): (in basso a sinistra) Giovan Battista D’Orlandi, Franco Foglietti(a), Arcangelo Anelli(o) e Don Filippo Celestre(i) e (in basso a destra) il Notaio Stefano Di Cara dell’Universitas (Comune) di Licata – si legge nel documento – autorizzano:

“Diego Perconti thesoriero di questa città dellalicata pagate onze due a Giuseppe Giarraro, nostro servienti (messo), quali cifacemo pagare per tanti che haspeso d’ordine nostro per un Regalo facto al capitano D’Arme et Guerra Domingo (Domenico) Mendes Cancio per la festa della sancta Pasqua di questo anno presente X Indictione (decima Indizione) et sonno per lo prezzo di un Crasto (Agnello castrato), Capuni (Pollame; non si riferisce alla Lampuga/pesce azzurro), Ciavarelli (capretti), un Barrile (barile) diVino (Vino) et altri come meglio et distintamente per la retrolista appare dello quale recupererete il presente mandato Apoca di recevuta (quietanza di pagamento) accio ve siano ammessi e fatti boni a vostri Conti (formula di chiusura del mandato). In lalicata (Licata) a 24 Aprile x Indictione (decima indizione) 1642”.

Il primo era relativo alla delibera dedicata al capitano d’arme.

Ecco il secondo, quello dei conventi:
“I Giurati (amministratori): (in basso a sinistra) Arcangelo Anelli(o), Don Filippo Celestre(i), Franco Foglietti(a), Giovan Battista D’Orlandi, e (in basso a destra) l’Attuario (Cancelliere) Francesco Collura dell’Universitas (Comune) di Licata – scrive il Fondo Librario Antico – autorizzano:

“Diego Perconti thesoriero di questa città della Licata pagate onze cinqi (cinque) a Giuseppe d’Accurso,quali cifacemo pagare per prezzo di dudici (dodici) crasti (castrati) et mezzo a raggione (sic) di tarì dudici l’uno quali si distribuero nella festa della Sancta Pasqua di Resurrettione (Resurrezione) di questo Anno presente x indictione (decima indizione) all’infra(scri)tti conventi et Monasterii (Monasteri) et sonno cioe(sic):

Al Con.to (Convento) di PP. (Padri) Cappuccini Crasti (Castrati) due.
Al Monasterio di Donni Monachi (Monachesimo Femminile) crasti due.
Al Convento di PP. Zucculanti (Minori Osservanti di San Francesco) crasti due.
Al Monasterio dell’ orfanelli crasti uno.
Al Convento di San Francesco crasto uno.
Al Convento del Carmine crasto uno.
Al Convento di sancto Angilo (Angelo) crasto uno.
Al Convento di sancto Domenico crasto uno.
Al Convento di Sancto Augustino (Agostino) mezzo crasto.
Al Consultore (membro della Consulta) della Città crasto uno”.

 

Pubblicità

Di più in Storie