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Eventi del Natale, gli zampognari licatesi ripropongono l’antica tradizione della “Pasturali”
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Scritto da
Angelo Augusto
A Licata torna il tradizionale appuntamento con la “Pasturali” a cura dell’associazione culturale zampognari licatesi “Vincenzo Calamita”. La tradizione sarà fatta rivivere alle 20.30 di sabato 30 dicembre in piazza Elena.
“La “Pasturali” – spiegano gli organizzatori – è caratterizzata dalla presenza di sei personaggi, tre pastori: Bardassaru, Marsioni e Titu, nella tradizione locale i nomi dei re Magi, un Curàtulu che si occupa della masseria e due suonatori. Vestiti di pelle di capra con il volto ricoperto da una lunga barba portano in mano un bastone, mentre il Curatulu ha pure un mantello. I dialoghi alternano l’italiano al dialetto siciliano con battute a sfondo comico e talvolta osceno. I pastori sono meravigliati dalla forte luce che emana da una capanna giunti in prossimità della quale si addormentano. Nel frattempo, arriva il Curàtulu che, con gesti di gioia e meraviglia, festeggia la nascita del Messia e sveglia i pastori. ”Guardate che brillare sulla grotta di Betlemme, come fate a dormire o pastori, svegliatevi!”. A questo punto i pastori – aggiunge l’associazione – che per svegliarsi hanno fatto faticare il povero Curàtulu, finalmente riconoscono l’avvento del Messia, escono dalla capanna e si inginocchiano verso l’immagine sacra esposta nell’edicola. Il Curàtulu allora declama un componimento in siciliano che rievoca i momenti dell’Annunciazione e della Natività. La Pasturali si conclude con l’offerta al bambino di canti e melodie di danza analoghe a quelle eseguite per le novene”.
“Il nostro impegno – commenta Ivan Frisicaro, presidente dell’associazione zampognari – è quello di tramandare questa fantastica tradizione, perla del patrimonio culturale licatese, ai più giovani nonché futuri promotori dell’arte e del folklore. Siamo orgogliosi di poter constatare un notevole riscontro da parte di tantissimi nostri concittadini che hanno avuto modo, grazie al nostro impegno, di poter apprezzare l’arte della zampogna”.